Le due facce della medaglia: il peso della geopolitica e dei dazi USA da una parte, la capacità di tenere le posizioni e di agire nel nuovo quadro dall’altra Rallentamento e resilienza per l’economia svizzera di Lino Terlizzi internazionali dello sport), gli esperti indicano questa crescita: dopo l’1,2% del 2024, stimano un 1,4% per il 2025, un 1,1% per il 2026, un 1,7% per il 2027. Rispetto alle previsioni dell’ottobre scorso, ci sono stati dunque leggeri miglioramenti. La riduzione dei dazi americani contro la Svizzera dal 39% al 15% ha contribuito in modo non secondario al miglioramento delle previsioni. Lo stesso dicasi per la tenuta dell’economia mondiale nel suo complesso, che, come detto, ha rallentato ma sin qui non è caduta in territorio negativo. Naturalmente i rischi non mancano e gli stessi esperti indicano quelli che per loro sono i principali: i rischi geopolitici, soprattutto quelli legati ai conflitti armati in Ucraina e in Medio Oriente; l’imprevedibilità delle mosse protezionistiche dell’Amministrazione USA e dunque il pericolo di nuove tensioni nei commerci, che coinvolgano anche l’Europa; il rischio di correzioni sui mercati finanziari, dopo una lunga fase di andamento positivo; i pericoli associati all’indebitamento mondiale, in particolare a quello pubblico; i rischi di bilancio per una parte degli istituti finanziari e per alcuni mercati immobiliari. È difficile, aggiungiamo noi, che la situazione peggiori lungo tutta la linea, che insomma tutti questi rischi si concretizzino insieme. Ma basterebbe l’inasprirsi di alRallentamento economico e resilienza convivranno probabilmente anche nel 2026. Due facce della stessa medaglia, sia nel mondo sia in Svizzera. La Confederazione è d’altronde esperta in tema di resilienza, avendo ormai da tempo dimostrato capacità di tenuta, con una crescita economica che raramente raggiunge punte molto elevate ma che al tempo stesso quasi mai registra cadute pesanti. La media di lungo periodo indica una crescita elvetica con pochi acuti, ma solida. Le tensioni geopolitiche, le guerre, i dazi americani sono tra le cause principali del rallentamento economico internazionale, che non dovrebbe trasformarsi in recessione ma che comunque complica il quadro. La resilienza di molte economie, che con lo sviluppo del libero scambio hanno evidentemente accumulato risorse nei decenni passati, limita i danni. La crescita A metà dicembre, mentre scriviamo, la Segreteria di Stato dell’economia (SECO) ha reso note le valutazioni del gruppo di esperti della Confederazione incaricato delle previsioni congiunturali per la Svizzera. Parlando di Prodotto interno lordo (PIL) al netto di eventi sportivi (la Svizzera è sede di grandi organizzazioni La Rivista Elvetiche La Rivista · Ottobre - Dicembre 2025 8
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