cuni di questi capitoli per far peggiorare la situazione. Tuttavia, bisogna registrare che sino a metà dicembre 2025 le tensioni geopolitiche e le incertezze economiche hanno frenato l’economia mondiale ma non ne hanno provocato la caduta. La tenuta Sin qui le previsioni. È interessante peraltro anche vedere alcuni dati a consuntivo, in particolare ciò che è successo nel terzo trimestre del 2025. Secondo la SECO, il PIL svizzero al netto degli eventi sportivi tra luglio e settembre è sceso dello 0,5% rispetto ai tre mesi precedenti; nel primo trimestre era cresciuto dello 0,8%, nel secondo dello 0,2%. La variazione negativa su base trimestrale conferma quanto sia complicato il quadro internazionale. Però, pur prendendo atto dell’oscillazione trimestrale, occorre vedere anche la pagina accanto. È sempre utile, infatti, osservare anche l’andamento del PIL su base annua, cioè rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente; in questo modo, si può meglio avere un’idea della tendenza nella fase. Nel terzo trimestre del 2025 il PIL svizzero è cresciuto dello 0,8% in rapporto allo stesso periodo dell’anno scorso. Nel primo e nel secondo trimestre era cresciuto di più – rispettivamente del 2,5% e dell’1,5% – ma occorre registrare che su base annua il PIL elvetico è comunque rimasto in territorio positivo, e neanche di pochissimo, risultato questo da non buttar via considerando il contesto molto difficile. Restando sui dati del terzo trimestre del 2025, è interessante anche fare un raffronto con alcuni rilevanti Paesi, vicini alla Svizzera geograficamente e/o economicamente. Secondo l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE), nel terzo trimestre su base annua la Germania è cresciuta dello 0,3%, l’Italia dello 0,4%, la Francia dello 0,9%, il Regno Unito dell’1,3%. Occorre aggiungere che nessuno dei singoli Paesi citati, che rappresentano le quattro maggiori economie europee, ha raggiunto nei primi due trimestri 2025 una crescita come quella indicata dalla SECO per la Svizzera; inoltre, le previsioni dell’OCSE dell’inizio di dicembre per i Paesi citati mostrano una crescita per l’intero 2025 inferiore a quella stimata per la Svizzera, ad eccezione del Regno Unito che è allo stesso livello. Nel complesso, la Confederazione si pone quindi in una buona posizione intermedia, migliore di quella di tre delle quattro economie principali in Europa. Un’obiezione che capita di sentire è che si tratta di una ben una magra consolazione essere un po’ sopra tassi di crescita che restano bassi. Bisogna dire che non è esattamente così. La Svizzera ha da tempo un Prodotto interno lordo pro capite che è tra i più alti al mondo e ciò va considerato, non si può infatti pensare di poter andare sempre e comunque più veloce di tutti gli altri, dopo aver già fatto un lungo tratto di strada e trovandosi già da molti anni a livelli elevati. Si può aggiungere che l’economia elvetica è in ogni caso riuscita a limitare meglio di molte altre la caduta del 2020 dovuta alla pandemia, rimbalzando poi adeguatamente e mantenendo in seguito una velocità media, secondo i parametri delle economie avanzate. Inflazione e lavoro Vale la pena di ricordare che, in tutto questo, la Svizzera rimane uno dei Paesi a più bassa inflazione. Con un rincaro poco sopra lo zero per cento, la Confederazione è molto ben piazzata. Le previsioni di dicembre degli esperti della Confederazione indicaA metà dicembre, la Segreteria di Stato dell’economia (SECO) ha reso note le valutazioni del gruppo di esperti della Confederazione incaricato delle previsioni congiunturali per la Svizzera La Rivista · Ottobre - Dicembre 2025 9
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