La Rivista

no che, dopo l’1,1% del 2024 e lo 0,2% del 2025, la media annua del rincaro elvetico dovrebbe rimanere allo 0,2% nel 2026, per poi salire leggermente, allo 0,5%, nel 2027. La diffusa narrazione secondo cui per avere una buona crescita economica bisogna avere anche una inflazione non bassa ha mostrato più volte i suoi limiti, specie se rapportata non al breve ma al lungo periodo. Una crescita che sia solida nel tempo, non volatile, ha tra i suoi fattori di sostegno anche un’inflazione bassa, che limiti l’erosione del potere d’acquisto, supportando i consumi e dando maggiori certezze per gli investimenti. Anche a questo fattore va dato il giusto spazio nella valutazione complessiva. Quanto alla disoccupazione, nel 2026 ci sarà probabilmente un seppur contenuto aumento, determinato in buona parte dal rallentamento economico internazionale e dai riflessi di questo sull’economia svizzera. Sul terreno dell’occupazione, come su quello più generale della crescita, bisognerà vedere anche se e quali conseguenze ci saranno con gli investimenti negli USA imposti da Trump nel quadro dell’intesa sui dazi. Occorrerà osservare quante risorse di imprese elvetiche saranno concretamente destinate alla presenza diretta negli Stati Uniti e se, nel caso, quelle risorse toglieranno qualcosa agli investimenti in Svizzera oppure no. In ogni caso, le previsioni di metà dicembre 2025 degli esperti della Confederazione indicano, sulla base degli elementi disponibili al momento, che la media nazionale di disoccupazione nel 2026 salirà al 3,1%, dopo il 2,8% del 2025 e il 2,4% del 2024; nel 2027, poi, dovrebbe esserci una discesa al 2,9%. Gli incrementi della disoccupazione non fanno mai piacere, è chiaro, tuttavia, il legittimo giudizio negativo sul maggior numero di disoccupati va inquadrato in una valutazione su un mercato elvetico che resta tra quelli a più basso tasso di senzalavoro. Il franco Quando si tratta di economia svizzera, è inevitabile e giusto dedicare spazio al franco. Gli esperti della Confederazione nella loro analisi di metà dicembre 2025 ricordano che la moneta elvetica continua ad attestarsi a livelli elevati e che, se diversi rischi geopolitici ed economici dovessero concretizzarsi, lo stesso franco registrerebbe un’ulteriore spinta al rialzo. In altre parole, la valuta svizzera difficilmente perderà terreno in modo significativo e, semmai, potrebbe acquisirne altro nel caso le tensioni geopolitiche e le incertezze economiche a livello internazionale crescessero. Una parte non secondaria di investitori, sia svizzeri sia esteri, guarda al franco come a un porto sicuro. A sostenere la moneta elvetica sono diversi fattori, tra i quali l’affidabilità del sistema Paese, i suoi conti pubblici in ordine, il perdurante avanzo commerciale svizzero (export nettamente superiore all’import), la resilienza complessiva dell’economia rossocrociata. Per il franco, dunque, la parola debolezza sembra esclusa, la sua partita continua a giocarsi tra l’essere forte o molto forte. Dal punto di vista dell’export elvetico, sarebbe meglio un franco non troppo forte, perché oltre certi livelli le merci svizzere diventano molto care per chi le acquista dall’estero. Per questo, anche, la Banca nazionale svizzera (BNS) da molto tempo cerca di trattenere il franco. La BNS è riuscita solo in parte a frenare la valuta elvetica, soprattutto ha diluito negli anni un rialzo che comunque alla lunga c’è stato. Molte imprese svizzere esportatrici sono peraltro riuscite ad adattarsi, puntando sulla qualità e diversificando prodotti e mercati. D’altronde bisogna considerare anche i vantaggi dati dal franco forte. Per la Svizzera l’import è meno caro, proprio grazie alla forza della sua moneta. Ciò contribuisce in modo rilevante al fatto che la Confederazione sia tra i Paesi a più bassa inflazione. Inoltre, la perdurante forza del franco gioca a favore della piazza finanziaria elvetica, accrescendone per la sua parte l’attrattività. La stessa Borsa svizzera si avvale dell’effetto valutario. Molte azioni elvetiche hanno comunque una loro validità, ma in una serie di casi aiuta il fatto che il valore sia espresso in franchi. Per una parte degli investitori è interessante comprare azioni e franchi allo stesso tempo. Per il franco la parola debolezza sembra esclusa, la sua partita continua a giocarsi tra l’essere forte o molto forte La Rivista · Ottobre - Dicembre 2025 10

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