e tecnologica del Paese, il Mimit ha pubblicato la “Strategia per l’attrazione degli investimenti esteri nei data center”, elaborata grazie a un ampio confronto con amministrazioni centrali (Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica, Ministero dell'Università e della Ricerca, Dipartimento per la Trasformazione Digitale) e territoriali, associazioni di categoria e operatori industriali, nata con l’obiettivo di rafforzare il ruolo dell’Italia come hub digitale europeo e mediterraneo, promuovendo uno sviluppo diffuso delle infrastrutture di data storage e cloud a servizio di imprese, pubblica amministrazione e cittadini. “Attrarre investimenti esteri nei data center è essenziale per rendere l’Italia un hub strategico nella gestione, innovazione e sicurezza dei dati europei e globali”, ha dichiarato il ministro Urso. Nel documento pubblicato, il Ministero evidenzia tra i principali punti di forza del sistema Paese la presenza diffusa di aree industriali dismesse (“siti brownfield”), che saranno mappate, già urbanizzate e immediatamente disponibili per nuovi insediamenti produttivi, riducendo così sensibilmente il consumo di suolo. A questi si aggiungono una rete energetica stabile e capillare, un accesso in costante crescita all’energia da fonti rinnovabili e una connettività digitale ad altissima velocità, garantita dalla diffusione delle reti in fibra ottica e ultra-broadband su tutto il territorio nazionale e dalla presenza di numerosi cavi sottomarini che atterranno nel Paese. Grande attenzione – riporta il Mimit – è riservata anche ai temi di sostenibilità e innovazione, con l’indicazione di puntare a regole per l’efficienza energetica, al riuso delle acque, al contenimento dell’impatto ambientale e al recupero del calore prodotto. La strategia evidenzia inoltre l'importanza degli investimenti in capitale umano e formazione nelle discipline STEM, promuovendo la collaborazione con università e centri di ricerca per creare nuove competenze e fare dell’Italia un punto di riferimento per i talenti digitali. Tutelare il Made in Italy A tutela del made in Italy, il Governo ha approvato un decreto per la tutela delle IGP non-agri: adeguando l’ordinamento nazionale al Regolamento europeo 2023/2411, il testo introduce una tutela unitaria e rafforzata per le Indicazioni geografiche dei prodotti artigianali e industriali, in analogia con quanto già previsto nel settore agricolo. Il decreto, in particolare, conferisce al Mimit il ruolo di autorità competente per la fase nazionale della procedura di registrazione delle nuove Indicazioni geografiche. La registrazione sarà basata su un disciplinare di produzione che definisce caratteristiche, requisiti e legame con il territorio, secondo un’impostazione analoga a quella delle IG agricole. È inoltre previsto un sistema sanzionatorio specifico per contrastare ogni abuso o imitazione, a tutela dei consumatori e delle imprese che operano nel rispetto delle regole. Le norme, nell’intenzione del Legislatore, dovrebbero rendere più efficace la protezione dalla contraffazione e migliorare la visibilità dei prodotti artigianali e industriali tipici del Made in Italy sui mercati. Tutela che non è mai troppa, come emerso dai dati diffusi durante la Settimana Anticontraffazione 2025: in questa occasione, infatti, è stato presentato il “Rapporto sulle attività svolte per la lotta alla contraffazione dalle Amministrazioni competenti” nel periodo 20242025 realizzato dalla Direzione Generale per la Proprietà Industriale – Ufficio Italiano Brevetti e Marchi del MIMIT. Lotta alla contraffazione A un anno e mezzo dall’entrata in vigore della “Legge Made in Italy”, sono quasi 6.000 i casi concreti di applicazione delle nuove disposizioni in materia di lotta alla contraffazione, di cui la maggior parte ha riguardato l’applicazione di sanzioni maggiorate all’acquirente per prodotti non originali e circa 250 casi di distruzione di merci contraffatte sequestrate. Dal 1° luglio 2024 al 30 giugno 2025, sono state oltre 18.000 le operazioni di sequestro effettuate, con il blocco di più di 580 milioni di articoli contraffatti appartenenti ai settori del tessile, dell’agroalimentare, dei tabacchi, dell’elettronica, della sanità e delle opere d’arte. Per quanto riguarda le quantità sequestrate, nello stesso periodo, il Comando Carabinieri per la Tutela della Salute ha sequestrato oltre 150.000 prodotti tra alimenti e alcolici, profumi, etichette falsificate e bottiglie di vino contraffatto. L’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli ha sequestrato presso gli uffici doganali italiani oltre 4,4 milioni di articoli, tra cui giocattoli, abbigliamento e accessori, prodotti alimentari e bevande e accessori personali; la Guardia di Finanza più di mezzo miliardo di prodotti tra cui accessori per tabacco, etichette e materiale per confezionamento e oggettistica religiosa. Inoltre, quasi 500.000 articoli bloccati dal Ministero dell’Interno per il tramite della Polizia di Stato, l’Arma dei Carabinieri e la Polizia Locale, e quasi 1 milione nel comparto alimentare grazie all’opera congiunta del Dipartimento ICQRF del MASAF e del Comando Carabinieri per la Tutela Agroalimentare. Importante l’impegno istituzionale anche per prevenire e contrastare la diffusione del mercato del falso online: 252 i siti web oscurati per fenomeni illeciti di commercio, oltre 6.000 persone denunciate all’Autorità Giudiziaria e 57 i soggetti arrestati. La Rivista Burocratiche La Rivista · Ottobre - Dicembre 2025 22
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