La Rivista

lioni di franchi. Oggi la soglia del fatturato è di 500 mila franchi. Questo significa che dal 2027 l’80% delle aziende non dovrebbe più pagare il canone. In totale, alla SSR verrebbero a mancare 120 milioni di franchi, a cui vanno sommati 90 milioni di calo dei proventi pubblicitari e i costi dovuti all’inflazione (60 milioni). Ciò significa che entro il 2029 la SSR dovrà risparmiare circa 270 milioni di franchi, pari al 17% del suo budget attuale. A tal proposito, la direttrice generale di SSR ricorda che, con il processo di trasformazione denominato, con termine romancio, Enavant, questo risparmio è già in fase di attuazione. Senza però che ciò debba incidere sull'obiettivo di rendere la SSR più efficiente, più digitale e pronta per il futuro, continuando a offrire a tutti in Svizzera un programma di qualità. Risparmiare, pertanto, si traduce intervenendo dove oggi esistono ancora doppioni e collaborando più attivamente su tutto ciò che può essere gestito in comune. A tal fine, è già stato deciso di raggruppare e gestire in modo unitario settori di supporto come le risorse umane, le finanze e la tecnologia, così come l'intera produzione e la fiction, organizzandoli in team specialistici regionali, che lavorano localmente, anche nelle singole regioni. In futuro si punta ad un più stretta e sistematica collaborazione e tra le regioni. Obiettivo possibile, considerato che allo stato attuale è condiviso solo il 3-5 percento dei contenuti. Ciò non toglie che non sarà possibile risparmiare il 17 % del budget senza effettuare anche tagli al programma. Ferma restando la volontà di continuare a proporre alle persone di tutte le regioni un'offerta ricca, sorprendente e di qualità. In un comunicato diffuso alla fine di novembre SSR ha quantificato quali saranno le conseguenze in termini di contrazione occupazionale, quantificabili in 900 posti di lavoro a tempo pieno. Cosa questo significhi per la Svizzera italiana lo ha stimato il direttore RSI Mario Timbal, il quale ha spiegato che, dopo il taglio di 15 posti nel 2024 e di 37 quest’anno (2025), con la riorganizzazione imposta della riduzione del canone a 300 franchi, è ipotizzabile che salterà un centinaio di posti lavoro. Ovviamente, per quanto possibile, si cercherà di agire sulla fluttuazione del personale determinata da pensionamenti, prepensionamenti e partenze volontarie. Resta comunque ridotto al rango di consolatoria speranza pensare che si potranno evitare dolorosi licenziamenti. In prospettiva, secondo Susanne Wille, questa operazione al risparmio non dovrebbe intaccare il radicamento regionale che è un valore imprescindibile che definisce la natura stessa della SSR. Lo scenario peggiore Altra storia, con altri orizzonti che si dovranno delineare, nel caso dovesse essere accettata l’iniziativa «200 franchi bastano!», che verrà votata il prossimo 8 marzo. Per la SSR, la riduzione del canone a 200 franchi significherebbe perdere quasi la metà del proprio budget. Non si tratterebbe più solo di risparmiare o di rinunciare ad alcuni formati: con un budget dimezzato, la SSR sarebbe costretta a ridurre in modo massiccio la propria presenza nelle regioni. Verrebbe messo in pericolo l'equilibrio tra le regioni, che oggi garantisce un’offerta equivalente in tutte le lingue nazionali. Questa iniziativa, annota ancor la direttrice generale, non solo indebolisce il servizio pubblico dei media ma mette a rischio l’intero ecosistema mediatico svizzero. E questo in un periodo in cui stabilità e affidabilità sono fondamentali per il successo e la sicurezza del nostro Paese. Cifre alla mano, se accolta, l’iniziativa comporterebbe una riduzione dei proventi del canone dagli attuali 1,25 miliardi di franchi a 630 milioni. A cui andrebbe aggiunto il prevedibile ulteriore calo dei proventi pubblicitari. Comprensibile, quindi, che tanto la SSR quanto i suoi sostenitori (fra i quali convintamente ci annoveriamo!), da tempo, insistano sulle conseguenze, disastrose, dell'iniziativa. Un modello unico: SSR produce programmi nelle quattro lingue nazionali ed è presente in tutte le regioni. Questo è il mandato e l'espressione di un'idea politica e culturale di fondo La Rivista · Ottobre - Dicembre 2025 28

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