La Rivista Elefante invisibile* A proposito di narcisismo… di Vittoria Cesari Lusso S celgo il tema del narcisismo per questo articolo spronata in particolare da uno dei miei principi-guida: rispettare per quanto possibile gli impegni verbalmente presi. Piccoli o grandi che siano. In questo caso l’impegno, piuttosto piccolo a dire il vero, consisteva in una frase da me scritta sulla RIVISTA nel penultimo paragrafo del mio contributo pubblicato nel numero giugno-settembre 2025: mi ripropongo di parlarne (del narcisismo, appunto) più diffusamente nella prossima puntata. Mentre mi accingo dunque a sviluppare questo tema in alternativa ad un altro che cercava di farsi strada nella mia mente, mi viene da constatare che tale principio-guida per me non soltanto ha un valore diciamo… etico, ma costituisce uno stimolo concreto all’azione. In effetti, spesso la prima tappa strategica a monte di mie concretizzazioni, in campo professionale o privato, consiste in un impegno preso che funge da spinta iniziale per passare dalle parole ai fatti. Detto altrimenti, funziona da incitamento interiore del tipo “hai dichiarato di voler fare un giro in bici, ebbene adesso pedala!” Esempi di miti sempiterni… Il concetto di narcisismo trae origine da uno dei numerosi miti di cui è ricca la nostra storia culturale. Miti che giungono da epoche lontane, ma che continuano a ispirare stuoli di letterati, studiosi e scienziati, alla perenne ricerca di metafore e leggende capaci di rendere più comprensibili i fenomeni complessi nei quali siamo immersi. In particolare, diversi specialisti nel campo della scienza psicologica contemporanea si sono ispirati ai miti dell’antichità per comprendere i meandri della psiche umana, facendone una delle espressioni privilegiate dell’eredità inconscia collettiva e una risorsa per affrontare i dilemmi fondamentali dell’esistenza legati a conflitti, stati d’animo e pulsioni interiori. Freud, ad esempio, nel proporre il concetto di complesso di Edipo si è riferito alla celebre tragedia greca di Sofocle1. Detto complesso, come è noto, descrive una fase (intorno ai 3-6 anni) dello sviluppo psicoaffettivo dei bambini-maschi caratterizzata da fantasie amorose aventi per oggetto la figura materna, e dalla rabbia nei confronti di quella paterna che tali fantasie rende di fatto impossibili. E che cosa succede per il versante femminile? Su tale versante, Jung ha proposto una nozione parallela, il complesso di Elettra (protagonista delle omonime tragedie di Sofocle ed Euripide) per descrivere il sentimento di gelosia e rivalità che una figlia sviluppa inconsciamente nei confronti della madre, mossa dal bisogno di conquistare l’attenzione esclusiva del padre2. Va notato che Freud disconobbe tale parallelismo. È all’interno di tale intreccio delle componenti del vasto patrimonio culturale di ieri e oggi che possiamo situare anche il mito di Narciso. Ne parlano i filosofi, i letterati, i sociologi, gli educatori, i media, i social, e ovviamente gli psicologi, categoria di cui faccio parte, che talvolta pecca di presunzione narcisistica ritenendo di essere più legittimata degli altri a disquisire in materia. * Una vecchia leggenda indiana narra di un elefante che pur muovendosi tra la folla con la sua imponente mole passava comunque inosservato. Come se fosse invisibile ... La Rivista · Ottobre - Dicembre 2025 36
RkJQdWJsaXNoZXIy MjQ1NjI=