continua la premier, "fuori dai confini nazionali, l'italiano è parlato da oltre 80 milioni di persone e si conferma una delle lingue più studiate al mondo grazie al prezioso lavoro di promozione che portano avanti gli Istituti di cultura e le scuole all'estero". Meloni ha anche ricordato che "l'italiano ci identifica, racconta ciò che siamo, racconta la nostra storia e il nostro stile di vita. Ed è grazie all'italiano, alla sua bellezza, alla sua ricchezza se il nostro popolo ha saputo farsi strada nel mondo: se ci hanno ascoltato è anche grazie alla nostra lingua, germogliata dalla sintesi di classicità e cristianesimo. Resa viva nelle nelle università, nei castelli, nei monasteri, sulle vie dei pellegrini. Oggi vogliamo dare ancora più forza a questo patrimonio e vogliamo farlo insieme a voi, perché la promozione della lingua della cultura italiana all'estero è un investimento strategico non meno importante della promozione della nostra offerta economica o industriale.” La Presidente del Consiglio ha concluso sottolineando che “oggi firmiamo una dichiarazione comune fatta di impegni concreti e iniziative operative, gettiamo le fondamenta di una nuova comunità da costruire e da alimentare insieme. Lo faremo potendo contare prima di tutto sull'energia, la passione, il senso di appartenenza degli italiani all'estero, che da sempre rappresentano gli ambasciatori nel mondo dell'amore per la nostra patria, la nostra lingua, la nostra cultura. Perché la lingua italiana è un film, in cui ogni parola è una scena e ogni frase un capolavoro". Benaugurante e di convinto apprezzamento anche il saluto inviato alla conferenza da papa Leone XIV, con il quale il Santo Padre "auspica che tale momento d'incontro, volto a valorizzare e a diffondere all'estero la lingua, la cultura e le imprese italiane, possa favorire la cooperazione e lo scambio" con la società civile "rinsaldando i perenni valori cristiani della solidarietà e dell'impegno umanitario, divenendo operatori di pace e di fraternità tra i popoli''. Una casa comune dell’italianità Presente alla conferenza anche il Consigliere federale Ignazio Cassis, Capo del Dipartimento Federale degli Affari Esteri, che nel suo intervento ha espresso l’auspicio “che la Comunità italofona che oggi fondiamo possa crescere e ottenere il proprio posto nel mondo come veicolo ulteriore di dialogo e vicinanza. Perché la lingua non è solo una giustapposizione di parole: è un universo fatto di una certa concezione del mondo, dell’amore, della morte, dell’umorismo, del gusto, dell’estetica e dell’etica. La lingua travalica i confini e crea spazi di vita comuni. Oggi assieme disegniamo i confini di una nuova casa: la casa dell’italianità”. “Una splendida idea per numerosi motivi”, ha sottolineato Cassis, indicandone quattro: “Abbiamo bisogno di bellezza, di suprema bellezza. Quella che rimanda a cose più grandi di noi umani. Questa bellezza l’italianità la porta nella sua genetica, nella sonorità, nel gusto e nelle tante opere di geni italofoni. Abbiamo bisogno di ritrovare il senso del dialogo in un mondo che, dopo essersi nutrito dell’illusione di una comunità globale pacifica, riscopre con dolore fratture spesso riconducibili a differenze culturali. Abbiamo bisogno di radici, e l’italiano è una radice imprescindibile del continente europeo. L’Europa deve essere forte e fiera della propria identità per potersi affermare nel mondo. Abbiamo bisogno di guardare di più verso il Sud dell’Europa, perché il bacino del Mediterraneo, dove si affaccia tanta parte dell’italianità, è da sempre fonte di grandi trasformazioni, con una forza d’urto capace di investire l’Europa e oltre …pensiamo all’universalità del diritto romano, alla polis greca e alla democrazia, o ancora al Rinascimento e alle esplorazioni che allargarono il mondo, alle correnti migratorie e al sorgere di nuove tendenze politiche”. (da sin) Rafael Grossi, Antonio Taiani, Ignazio Cassis e il Presidente della Società Dante Alighieri, Andrea Riccardi La Rivista · Ottobre - Dicembre 2025 43
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