La Rivista

Che confusione… … sarà perché ti amo Questi sono i versi di una nota canzone italiana che mi hanno accolto nella sala di attesa degli arrivi nell’aeroporto di Zurigo. La Rivista La Lingua batte dove... Erano le 20.30 circa e con me c’era una folla numerosa che aspettava parenti, amici o clienti provenienti da varie nazioni. In quel momento erano appena atterrati aerei provenienti da Amsterdam, Dresda, Palermo, Parigi, Porto, Madrid e Dubai, altri sarebbero arrivati più tardi. Io avrei dovuto attendere ancora un po’. Dopo aver preso atto di queste parole, mi sono seduto e ho iniziato a leggere le notizie sul telefonino, lasciando i Ricchi e Poveri nel sottofondo dei miei pensieri… e vola, vola si sa, sempre più in alto si va e vola, vola con me… L’incongruenza di questa frase in quel contesto pieno di avvisi di atterraggio, comunicati puntualmente sul tabellone elettronico, era un po’ strana. Dopo i Ricchi e Poveri è arrivato Edoardo Bennato con Viva la mamma. Credo che questa canzone sia una delle peggiori tra quelle scritte dal cantautore napoletano, però gli angeli che ballano il rock rappresentano un’immagine molto accattivante su un’Italia che, secondo certi luoghi comuni, ama a priori la figura della madre. Edoardo Bennato viene riproposto ancora una volta insieme a Gianna Nannini. Notti magiche è la canzone perfetta da mandare in onda in una piovosa sera autunnale da passare allegramente all’aeroporto di Zurigo. Forse… Apprezzare la ingua di Dante grazie a… Pupo Ho pensato ‘ Qualcuno ha organizzato una serata italiana quel luogo di transito internazionale? Chi l’ha programmata? Quali sono i criteri seguiti per la scelta dei brani? Negli aeroporti di Roma o Milano i viaggiatori vengono accolti da canzoni elvetiche? E che cosa succede a Londra, Parigi, New York, Bombay, Sidney o Pechino?’. Non ho trovato risposte… boh! Nell’arco di una mezzoretta ecco anche Albano e Romina, Felicità, Andrea Bocelli, Con te partirò, Eros Ramazzotti, E ci sei adesso tu, Adriano Celentano, Azzurro, e Toto Cutugno, l’ Italiano. Non ho mai amato le canzoni nazional-popolari italiane della mia infanzia e dell’adolescenza. E non mi è mai nemmeno mai piaciuto il Festival di Sanremo con tutto il carrozzone mediatico che, per mesi interi, accompagna l’Italia tra presentatori vanitosi, vallette capricciose, cantanti frustrati, ospiti effimeri e politici presenzialisti. Però devo anche ammettere che questo tipo di canzoni da anni mi aiuta a insegnare l’italiano alle persone desiderose di conoscere meglio la cosiddetta “lingua di Dante”, ma che hanno iniziato a innamorarsi dell’italianità con le parole di un altro toscano… Pupo… su di noi, nemmeno una nuvola, su di noi l’amore è una favola. Una delle prime domande che faccio ai partecipanti dei miei corsi è infatti questa: conoscete cantanti o canzoni italiane? E siccome la maggior parte di loro ha un’età superiore ai cinquanta anni, nella classifica ideale delle preferenze, oltre ai sopraccitati cantanti, appaiono Umberto Tozzi ( Gloria e Ti amo), Laura Pausini ( La solitudine), Sabrina Salerno ( Boys) e tutta l’Italodisco cantata in inglese o spagnolo da Raf, Ivana Spagna e dai Righeira; Gianna Nannini ( I maschi), Paolo Conte ( Vieni via con me), Lucio Dalla ( Caruso e Attenti al lupo), Jovanotti ( L’ombelico del mondo e Serenata rap). Alcuni corsisti conoscono perfino Francesco De Gregori. Chissà che cosa avranno capito dei testi di Rimmel o Alice non lo sa? Piuttosto popolare risulta essere anche il cantautore italo-svizzero Pippo Pollina. di Raffaele De Rosa La Rivista · Ottobre - Dicembre 2025 48

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