Carl Gustav Jung nel centocinquantenario della nascita e i “paesaggi dell’anima” al Landesmuseum di Giovanni Sorge La Rivista Cultura Il titolo, Paesaggi dell’anima, ben rappresenta il filo rosso di un percorso “psicogeografico” che contestualizza la figura del padre della psicologia analitica nella storia della cura del disagio psichico, e nel ruolo avuto dalla Confederazione. Nella varietà del paesaggio svizzero artisti d’ogni dove trovarono motivo d’ispirazione in epoche in cui la natura selvaggia, ancora lungi dall’essere target di un turismo affrettato, era luogo di esplorazione che sgomenta e rammenta all’essere umano la propria finitudine e il mistero: basti pensare alle opere di Caspar Wolf, J. H. Füssli o Caspar David Friedrich. La Svizzera inoltre è sempre stata una patria di orientamenti psico-filosofici, dal ginevrino J. J. Rousseau, passando per il fondatore della fisiognomica Johann Caspar Lavater, che aspira a svelare l’enigma della personalità attraverso la cosiddetta cranioscopia, fino allo stesso Jung. Ben dà conto la mostra di quali e quanto profonde siano state le connessioni tra la storia della psichiatria e quella delle sperimentazioni artistiche: non a caso, appena si entra spicca l’originale del celebre Libro Rosso. In seguito al distanziamento da Freud nel 1913, Jung fu assillato da una serie di visioni dal sapore psicotico e si imbarcò in un’autosperimentazione psicologica che durò fino alla fine degli anni Venti. Jung aveva già preso le distanze dalla concezione psicosessuale di libido di Freud, convinto dell’esistenza di un impulso religioso naturalmente insito nella psiche, e andò ampliando il concetto di inconscio personale introducendo quello di inconscio collettivo, supportato dalla scoperta di concordanze tra il linguaggio onirico e quello delle fiabe e dei miti. Il metodo dell’”immaginazione attiva” fu un passo cruciale nell’avvio dell’impiego della creatività in ambito terapeutico – sia che esso coinvolga la pittura, la scultura, la scrittura autobiografica, oppure il “gioco della sabbia”, utilizzato ancora oggi con bambini e adulti ad esempio, in Svizzera, da Martin Kalff e, in Italia, da Eva Pattis Zoja. Cure della psiche e avanguardie artistiche Questo cambio di paradigma rifletteva una trasformazione del clima socioculturale testimoniato da una panoplia di interconnessioni tra il Per celebrare i 150 anni della nascita di Carl Gustav Jung (1875-1961) il Landesmuseum di Zurigo presenta una mostra dal titolo “Paesaggi dell’anima. C.G. Jung e la scoperta della psiche in Svizzera”. La mostra, visitabile fino al 15 febbraio 2026, è stata curata da Stephan Zweifel in collaborazione con la direttrice Denise Tonella, Pascale Meyer e Sophie Dänzel. Il ricco novero di istituzioni che hanno contribuito con prestiti di opere e documentazione - in primis la Fondazione delle Opere C.G. Jung - dà conto della ricchezza della rassegna e del materiale inedito visibile per la prima volta al pubblico. La Rivista · Ottobre - Dicembre 2025 58
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