La Rivista Italiche Le banche con la maggior diffusione in Italia, ossia col maggior numero di sportelli, sono il colosso Intesa Sanpaolo, con 2.472 presidi, le banche del gruppo Iccrea, con 2.449 sportelli, Unicredit, con 2.245, e Bper con 2.170. Lo spiega sui dati della Banca d’Italia l’Osservatorio sulla desertificazione bancaria, che mostra come gli sportelli siano diminuiti di 268 unità nei primi nove mesi dell’anno, scendendo in totale da 19.656 a 19.388. In calo in Italia il numero degli sportelli bancari di Corrado Bianchi Porro Come sopra accennavamo, un altro motivo del calo degli sportelli bancari è legato alla conformazione del suolo, con numerosi piccoli paesi spesso arroccati sulle montagne che restano tagliati fuori dalle più importanti vie di comunicazione e che soffrono di un calo della popolazione vuoi per la diminuzione delle nascite, vuoi per l’avvicinarsi dei giovani ai grandi centri urbani dove è più facile trovare servizi e occasioni di lavoro. Di per sé gli istituti bancari, specie quello locali, sono legati all’espansione nel territorio e nei comuni vicini e prossimi alla sede principale, prova ne sia il fatto che il Banco di Sardegna, ad Concentrazione e fusione degli istituti, ma non solo Da anni si assiste a questo fenomeno di diminuzione del numero degli sportelli bancari, dovuto in parte alla concentrazione e fusione degli istituti presenti e in parte ai sussidi che offre oggi la tecnologia e la conoscenza delle nuove possibilità digitali. In effetti, la quota della popolazione che utilizza l’internet banking è oggi in Italia del 55%, un indice da confrontare con il 36% della Spagna e il 48% della Francia. Anche in questo caso molto dipende dalla situazione della popolazione, come dalla conformazione del territorio. Il record italiano della diffusione dell’internet banking varia dal 67% della provincia di Trento o dal 66% della Lombardia, 65% del Veneto e 64% dell’Emilia Romagna (60% in Lazio e Toscana) fino al 45% della Puglia, 36% della Sicilia e al 33% di Calabria e Campania. In questo caso, il sud paga non solo per il livello di formazione meno specializzato della popolazione locale, ma anche perché non sono pochi i neolaureati che emigrano al nord e quindi depauperano il tessuto nativo della gente, salvo poi ritornarvi per le ferie o a passarvi l’età della pensione per il miglior e più sano equilibrio ambientale rispetto alle aree industrializzate. Una capillarità diffusa e ancora soggetta a vaste concentrazioni La Rivista · Ottobre - Dicembre 2025 5
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