UNA SOLUZIONE SEMPLICE A UN SISTEMA COMPLESSO: IL PREZZO NASCOSTO DEL TAGLIO DEL CANONE Il sistema democratico svizzero viene definito semi-diretto proprio per il ruolo centrale che attribuisce alla popolazione nella gestione della res publica. Strumenti come il referendum e le iniziative popolari permettono infatti ai cittadini di intervenire in modo diretto nelle decisioni politiche, più di quanto avvenga in molti altri Paesi. Se da un punto di vista teorico questo rappresenta un elemento positivo, è altrettanto vero che attribuire un peso così rilevante alle iniziative popolari comporta anche delle sfide: alcune proposte sottoposte dalla cittadinanza possono risultare semplificazioni di questioni complesse, che richiederebbero analisi più approfondite o soluzioni derivanti da dialogo e mediazione, più che da una logica istintiva, più incline a dipingere la realtà con toni bianchi o neri. Discutere per capire: il 22 novembre, un primo passo della SSR.CORSI In questa rappresentazione del modus operandi del nostro sistema politico si inserisce anche l’iniziativa popolare 200 franchi bastano!, lanciata ormai due anni fa – con una raccolta firme importante partita dalla Svizzera italiana - che propone di limitare la riscossione del canone radiotelevisivo alle sole economie domestiche private e di ridurne l’importo annuo a 200 franchi. Una proposta che, se approvata, avrebbe conseguenze significative sul servizio pubblico radiotelevisivo. Proprio per questo motivo risulta fondamentale che la popolazione disponga di informazioni chiare e complete in vista della votazione prevista per domenica 8 marzo 2026. Con l’obiettivo di favorire un dibattito consapevole e permettere ai cittadini di formarsi un’opinione informata, la SSR Svizzera italiana CORSI ha organizzato l’incontro intitolato Il prezzo nascosto del taglio del canone. L’evento aveva il duplice scopo di informare i presenti sull’iniziativa e di mettere in luce le conseguenze meno evidenti – il cosiddetto “prezzo nascosto” – che potrebbero derivare dall’accettazione di questa proposta politica. L’evento che ha visto la partecipazione di oltre 400 persone si è tenuto presso l’Università della Svizzera italiana a Lugano lo scorso 22 novembre. L’insidia nascosta nell’iniziativa Sul prezzo nascosto di questi tagli si è soffermata anche la Presidente della SSR Svizzera italiana CORSI Giovanna Masoni Brenni che in apertura di incontro ha ricordato come l’iniziativa popolare costituzionale, pur rappresentando uno strumento essenziale della democrazia diretta, non sia sempre adatto ad affrontare tematiche complesse, difficilmente riducibili a una scelta binaria: “La riduzione del canone – ha sottolineato – può apparire, a prima vista, come un semplice adeguamento tecnico; in realtà il servizio pubblico radiotelevisivo è un sistema articolato fondato su equilibri delicati tra compiti, diritti, responsabilità e doveri”. Proprio per questa ragione si è ritenuto importante proporre un’analisi approfondita della situazione attuale della SSR, dei suoi compiti e dei possibili cambiamenti che potrebbero registrarsi, qualora l’iniziativa venisse accolta. Uno scenario grigio con un orizzonte molto chiaro A disegnare il non piacevole ritratto dei tagli che attendono l’azienda si sono occupati il Presidente della SRG SSR Jean Michel Cina, la Direttrice generale SSR Susanne Wille e il Direttore RSI Mario Timbal, incalzati anche dalle domande della giornalista RSI Simona Cereghetti. Se da un lato è stato ampiamente dimostrato come una simile iniziativa rischierebbe di dimezzare l’azienda – a La Rivista Tele-visioni di Marco Ambrosino* La Rivista · Ottobre - Dicembre 2025 70
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