strumentazione e improvvisazione. NDP: La musica progressiva di una volta era un modo di fare musica diversa e avanzata. Oggi ci sono tante cose che vanno oltre. Quanto è importante la sensibilità nel comporre musica? NDP: Ho degli amici straordinari che fanno musica. Sono uomini capaci di pensare con la sensibilità femminile nel comporre la musica. Tu guarda Freddie Mercury, che cosa è riuscito a fare. In tanti casi, quel modo di pensare aiuta, eccome! Vi facciamo vedere un album del 1978 dal titolo Aldenbaran. E poi ovviamente anche quello storico del Concerto Grosso, di cui stiamo parlando (Gianni Belleno prende i dischi in mano e li osserva). Gianni Belleno (GB): Sono dei grandi dischi. È bello avere davanti agli occhi il proprio lavoro. Tutti questi dischi testimoniano le vostre capacità di ricerca di sonorità elaborate e uniche, e le vostre capacità vocali atipiche. In altre parole: avete avuto la fortuna di essere dei grandi musicisti – e poi sapevate cantare. GB: Guarda, è stato Vittorio de Scalzi ad avere l'idea di cercare me e Nico e poi gli altri. Fortunatamente, ognuno di noi aveva una forte personalità, e cantavamo tutti e quattro. Abbiamo incominciato a provare: io cantavo in falsetto, Nico cantava a voce piena e anche gli altri avevano un timbro di voce diverso. Quindi, quando registravamo le canzoni, ognuno sapeva esattamente cosa dovesse fare. Eravamo molto meticolosi, quasi maniacali, nel creare le nostre sonorità vocali. Dopo aver prodotto Aldenbaran – che lascia un po' la scia del progressivo sfiorando il pop – come hanno reagito i puritani del prog? GB: I cambiamenti non sono mai facili, e ne abbiamo fatti tanti, se consideriamo le collaborazioni con altri artisti, oppure la creazione di altri gruppi. Non abbiamo mai avuto nessun tipo di problema di affrontare qualsiasi cosa, perché eravamo sempre convinti di quello che facevamo. Come eravate visti dalla concorrenza? GB: Eravamo consapevoli di fare qualcosa di diverso. Quello che facciamo dal vivo, lo facciamo veramente dal vivo, suonando e cantando insieme. Negli anni Settanta c'erano la Premiata Forneria Marconi (PFM), i Pooh e altri che facevano musica prog. In cosa vi differenziavate da loro? E cosa vi rendeva unici? GB: La cosa che bisogna dire: come cantavamo noi, non cantava nessuno. Quindi la diversità era quella. Mi dispiace, ma bisogna dirlo (ride). Non ce n'era per nessuno. Punto. Stimo queste band che hai citato, siamo anche amici. Non abbiamo mai fatto un disco uguale all'altro, questa è anche una diversità. Abbiamo fatto tanta ricerca per la nostra musica e per questo, penso, siamo stati premiati. Nel tempo i New Trolls hanno vissuto parecchi cambiamenti. Ci spieghi? GB: Si, ci siamo separati e abbiamo formato due o tre gruppi, abbiamo scritto e suonato per altri, come ad esempio per Ornella Vanoni, Anna Oxa e Mina. Questo lavoro lo continuiamo a fare. In quale collaborazione vi siete sentiti particolarmente bene? GB: Ricordo la collaborazione con Edoardo De Crescenzo, quando abbiamo fatto le voci per il suo disco. Inoltre, abbiamo scritto anche qualche pezzo per lui. In quel momento lì eravamo veramente liberi perché Edoardo è stato secondo me uno dei più grandi cantanti italiani. Per concludere, una vostra opinione sul futuro della musica? GB: Purtroppo, molta musica di oggi, soprattutto nel modo in cui viene prodotta, non è destinata a durare nel tempo. Per questo motivo, secondo me, siamo arrivati all'anno zero della musica. Si ricomincia. Spero di riprendere a fare musica autentica, vera, che duri nel tempo. Come si faceva una volta ... vedo che ci stanno chiamando per andare sul palco. Gianni e Nico: grazie per la vostra disponibilità. NDP: grazie a voi! Vittorio De Scalzi, storico fondatore del gruppo scomparso 3 anni fa La Rivista · Ottobre - Dicembre 2025 75
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