primo evento istituzionale della DOC, moderato dal vice direttore del Corriere della Sera, Luciano Ferraro, affiancato da Denis Pantini, a capo di Nomisma Wine Monitor, in un evento voluto dal Consorzio, guidato dal presidente Luca Raccaro e dalla direttrice Lavinia Zamaro. Il Friulano (conosciuto fino a qualche anno fa come Tocai) è vino identitario per eccellenza, interpretato da 53 aziende attraverso un ampio ventaglio di annate, a testimoniare l’evoluzione di un territorio unico per storia e vocazione. Il saluto agli ospiti della stampa è stato dato da Luca Raccaro, giovane Presidente del Consorzio Collio con queste parole: “Siamo molto felici di vedere Collio Evolution prendere forma dopo mesi di lavoro e grande entusiasmo da parte di tutto il Consorzio. Il convegno di apertura ha offerto spunti preziosi sulla percezione del nostro territorio e sul suo potenziale futuro: ora ci aspettano ancora momenti di incontro e di confronto con produttori e appassionati, che sapranno confermare la forza e la coesione del Collio”. “Con Collio Evolution abbiamo dato vita al primo evento istituzionale del Consorzio – ha aggiunto Lavinia Zamaro, Direttrice del Consorzio: “Ogni anno, nello stesso weekend di ottobre, il Collio celebrerà un vitigno simbolo: un format che vogliamo far crescere e consolidare, per rafforzare l’identità della Denominazione e valorizzarla in Italia e all’estero”. A caratterizzare ulteriormente questa priam edizione è stata la presentazione della ricerca “Collio Experience. Percezione, valore e futuro di un territorio tra vino ed enoturismo”, realizzata da Nomisma Wine Monitor. Lo studio, curato da Denis Pantini, ha analizzato notorietà, posizionamento e prospettive del Collio tra i consumatori italiani di vino, delineando nuove opportunità di valorizzazione per la denominazione. Dalla ricerca, che ha sondato le opinioni di 1.500 consumatori, emerge che in termini di posizionamento, il Friuli-Venezia Giulia è tra le principali regioni italiane per la produzione di vini bianchi di qualità: lo pensa il 13% dei consumatori abituali di vino bianco, con la regione preceduta solo dall’Alto Adige (15%). Altro dato rilevato è che i vini del Collio vengono consumati principalmente fuori casa, in ristoranti e wine bar, mentre l’acquisto per consumo domestico resta marginale. I punti di forza più citati sono l’equilibrio tra corpo e freschezza e la complessità aromatica anche per altri vini autoctoni come Ribolla Gialla, Pinot Grigio e Sauvignon, presenti sul territorio dalla fine dell’Ottocento. L’importanza dell’enoturismo e la leva della comunicazione Infine, l’altro focus dell’indagine Nomisma ha riguardato il tema dell’enoturismo, un fenomeno che nell’ultimo anno ha interessato un consumatore italiano di vino su due, con percentuali più alte fra consumatori con elevato livello di istruzione (68% di enoturisti in questa “categoria”), con reddito medio-alto (66%), wine expert (63%) e millennials (63%). Di questi, il 13% ha dichiarato di aver visitato il Collio, ma soprattutto sarebbe interessato a tornarci. In particolare, la probabilità di una vacanza/ escursione futura da enoturista nel Collio risulta alta tra chi già consuma vini del Collio (43%), ma anche sul totale degli enoturisti (40%). E questa alta probabilità deriva anche da un elevato grado di soddisfazione espresso da chi è stato in questo territorio e che ha valutato positivamente l’esperienza sia nel complesso che rispetto a singoli Vigneti a Cormons La Rivista L’Italia da bere La Rivista · Ottobre - Dicembre 2025 78
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